La mistica dei numeri Alla visione positivista e neopositivista della scienza dispiace ammettere che le teorie eliocentriche non si sono affermate attraverso l’osservazione empirica e che hanno faticato assai per conquistare una superiorità descrittiva rispetto al modello tolemaico, tanto complicato quanto efficace. Gli storici della scienza sanno tutto questo, ma la visione dominante della scienza che ha origine nel positivismo ottocentesco, predica che l’impresa scientifica è l’unica forma di ragionamento oggettivo, basato sui fatti, alieno da qualsiasi concessione ai miti, alle credenze, alla metafisica, alla teologia. Giorgio Israel 23 DIC 2012
Il cioccolato e i Nobel dimostrano che la correlazione ammazza la scienza Due fattori stanno ammazzando la scienza contemporanea: il concetto di correlazione e la pretesa di quantificare tutto. La correlazione è l’esistenza di una connessione quantitativa tra due fenomeni che può significare che l’uno influenza l’altro. Si dice che l’aspirina sia nata così. Qualcuno notò una concomitanza tra i reumatismi e l’umidità. Ne dedusse l’ipotesi che la seconda determini i primi, almeno in certa misura. Ma in quel “può” e in quel “in certa misura” si annida la coda del diavolo. Giorgio Israel 01 NOV 2012
La valutazione della ricerca da Soviet supremo e i furbetti delle rivistine Personalmente non ho mai considerato “Il Gattopardo” un romanzo epocale, ma è chiaro che la sua popolarità in Italia è dovuta al fatto che la propensione nazionale a cambiar tutto perché non cambi nulla si ripresenta con ripetitività estenuante. L’ultimo caso è quello della riforma universitaria. Sono stato uno dei non molti che hanno creduto nel proposito di introdurre con la riforma il principio del merito, smantellando il prepotere delle baronie, e che firmarono un appello per difenderla. Oggi non lo firmerei neppure sotto tortura, vista l’incredibile porcheria che, passo dopo passo, si è riusciti a confezionare, tradendo in toto i propositi iniziali Giorgio Israel 13 SET 2012
L’aborto imposto di Trento e l’“educazione all’affettività” Una ragazza di sedici anni, a Trento, è stata indotta ad abortire su pressione dei genitori, che si erano addirittura rivolti al giudice per costringerla a farlo. Più che chiedersi come si sia giunti a tale sordità morale nei confronti dell’aborto e alla riduzione della gravidanza a una via di mezzo tra un incidente e una malattia, occorre chiedersi quali sono i meccanismi che alimentano questa tendenza. Giorgio Israel 13 DIC 2011
Per favore, il premier ci risparmi almeno il tecno-trotzkismo Si moltiplicano le voci che denunciano il vizio di fondo di una costruzione europea che ha messo il carro dell’economia davanti ai buoi della politica. Il che – ha osservato Angelo Panebianco sul Corriere – ha comportato una ferita della democrazia. Ma ora la crisi, invece di stimolare il risanamento di questa ferita, con la lunga e difficile opera di unire popoli, lingue e culture che non si conoscono e talora non si amano, rischia di provocare un ulteriore crollo della democrazia. Leggi Tra silenzi e Avvenire, i dubbi della Cei sul cattolicissimo governo Monti Giorgio Israel 29 NOV 2011
Pangloss reloaded Poco dopo la fine della Seconda guerra mondiale un marziano cretino atterra negli Stati Uniti e penetra nottetempo, quando non c’è nessuno, in un laboratorio dove si trova uno dei primi grandi calcolatori digitali. “Che macchina primitiva!”, esclama tra sé e sé il marziano cretino. “Cosa mai potrà fare?”, si chiede. Una trentina di anni dopo atterra di nuovo per curiosare e scopre che ora sono spuntati dei calcolatori molto più veloci e meno ingombranti. “Un’evoluzione interessante”, commenta prendendo appunti su un avanzatissimo taccuino elettronico e riparte sul suo disco volante. Giorgio Israel 12 AGO 2011
Che fare, cosa non rifare/ 11 Un governo liberale che non ha fatto riforme liberali Cosa ha provocato la sconfitta del centrodestra è presto detto e, al contempo, richiederebbe un lungo elenco. Non si può annunciare per più di tre lustri la riforma della giustizia e non farne nulla. Non si può rovinare una buona politica estera partecipando malamente alla pessima guerra libica e lasciare un buon ministro degli Interni a gestire una situazione impossibile sul fronte immigrazione. Non si può promettere di abolire le province e poi crearne altre. Domani altri interventi foglianti e no sulla batosta del Cav. Leggi tutti gli interventi Giorgio Israel 01 GIU 2011
La demonizzazione di DSK e la chiusura della mente americana Condivido le critiche della sfibrata ipocrisia morale europea, ma non serve Bertrand Russell per capire l’illogicità della dichiarazione del sindaco di New York Bloomberg: “Penso che sia umiliante, ma se non vuoi fare il perp walk non commettere delitti”. Quindi, per lui è già appurato che DSK è colpevole, in barba alla presunzione d’innocenza. E’ interessante cercare di capire cosa rivelano queste contraddizioni, la furia con cui i tabloid sparano sul francese “porco”, la gente con i cartelli “DSK non nel mio cortile”. Giorgio Israel 24 MAG 2011
Vade retro test E’ ormai un luogo comune indicare la Finlandia come un modello di scuola innovativa, di successo e che riesce a conquistare le prime posizioni nelle classifiche internazionali Ocse-Pisa (Programme for International Student Assessment), in particolare nella matematica; e quindi come un modello da seguire per avere successo nelle valutazioni. Ma proprio questo esempio dimostra quanto lo slogan delle “valutazioni oggettive” e della “misurazione delle qualità” sia fondato sulla sabbia. Giorgio Israel 23 APR 2011
Carovana di foglianti contro la Repubblica della virtù La traversata nel deserto della superiorità antropologica Mi raccontò il compianto Renzo Foa che, all’indomani della caduta del Muro di Berlino, un alto dirigente del Pci gli disse: “Ma ti rendi conto? Adesso dovremo entrare in clandestinità, magari per trent’anni”. Ecco: tutto il male nasce dall’assurda idea di dover fare una lunga traversata verso un’improbabile terra promessa. Scarpe rotte eppur bisogna andar. E allora, pur di non fare fino in fondo i conti con la storia e i fatti, dalli a cambiare nomi uno dopo l’altro e a mettersi le vesti più disparate prestate da altri. Nel migliore dei casi si sono indossate le vesti un tempo odiate dell’azionismo. Giorgio Israel 11 FEB 2011